Il governo Monti ha varato la nuova “mini-patrimoniale” questo significa che su tutti gli strumenti e i prodotti finanziari come ad esempio fondi, polizze, azioni, obbligazioni, titoli di Stato e buoni fruttiferi postali a partire dal 2013 si pagherà, un’imposta pari all’1,5 per mille del loro valore di mercato.

 La decisione da parte del Governo di adottare queste misure ha scatenato non poche polemiche si è parlato addirittura di un sistema anticostituzionale soprattutto perché un tempo le tasse venivano applicate sulle fonti di ricchezza, mentre adesso a causa anche del clima di austerità e della crisi economica la ricchezza sta diventando sempre di meno forse per questo motivo si è deciso di applicare un’imposta sui risparmi che i cittadini faticosamente erano riusciti a risparmiare. La nuova sarà di tipo proporzionale, in quanto si applicherà in base alla percentuale e al volume del risparmio del cittadino pari, cioè, all’1,5 per mille.

In pratica però la misura minima della tassa è di 34,20 euro sotto tale limite essa non può scendere, ciò vuol dire che, se il conto del contribuente ammonta a diecimila euro, questi non pagherà più un’imposta di 15 euro pari cioè all’1,5 per mille,ma dovrà comunque pagare 34,20 euro pari cioè al 3,42 per mille.

E’ stato ravvisato a tal proposito che tale sistema viola la Costituzione perché quest’ultima stabilisce in primo luogo che le tasse devono essere pagate da ciascuno in ragione della propria capacità contributiva e  poi perché violerebbe il principio di progressività della tassazione. Staremo a vedere in che modo il Governo intende giustificare la sua decisione.