Non è una battuta umoristica: ilnuovo sistema di controllo fiscale elettronico adottato dalla Agenzia delle Entrate èstato denominato ricordando il cognome del celebre personaggio di un filmpoliziesco americano degli anni '70. Si chiama "Serpico" che è in realtà l'acronimoche sta per "Servizi per il contribuente". Tempi duri dunque per quei criminalidei contribuenti italiani. E questa ovviamente è una battuta.

Serpico si basa su un sistema di circa2 mila server in grado di processare oltre 22 mila e 200 informazioni alsecondo. Ma andiamo con ordine partendo dall'analisi del processo di controlloa cui ogni contribuente verrà ad essere sottoposto dalla Agenzia delle Entrate.Innanzitutto il lavoro dei controllori fiscali inizia con l'elaborazione dispecifici algoritmi che consentono di individuare le categorie che presentanole maggiori probabilità di evasione fiscale, concentrando così la ricerca dacompiere su un numero più ridotto di contribuenti.

Partendo dall'identificativodel codice fiscale, il sistema di server incomincia quindi ad analizzare archivi e banche dati: Erario, Catasto, Demanio, Motorizzazione civile, INPS,INAIL, Dogane, Registri vari, Conti correnti bancari.

Il controllo in praticasi basa sulla analisi incrociata delle informazione raccolte e riguardanti quelsingolo contribuente: dati relativi alle ultime 5 dichiarazioni dei redditi,eventuali case e terreni intestati, automobili, motocicli, barche e aerei disua proprietà, i vari contratti di utenza per la fornitura di luce, gas, acquache gli risultano intestati, le spese voluttuarie più alte, le polizzeassicurative che il soggetto ha stipulato, le operazioni da lui compiute con l'impiegodel codice fiscale, le iscrizioni a palestre e club ricreativi, tutti imovimenti sul suo conto corrente, i pagamenti telematici effettuati che sianosuperiori ai 1.000 euro.

Quando Serpico incrociando tutti questi dati riscontrala presenza di una incongruenza logica, invia automaticamente all'Agenzia delleEntrate un segnale di allerta. Insomma, a questo superpoliziotto informatico èimpossibile sfuggire. Immaginiamo solamente quello che potrebbe essere infuturo lo slogan per una campagna che esalti i risultati ottenuti della stessa Agenzia:"Il crimine non paga", parafrasando il giudice Dredd. Tuttavia questo sloganpotrebbe risultare sibillino: del resto in Italia pagano sempre "i solitiidioti".