Imu, accise sui carburanti, incremento dell’Iva e dell’addizionale regionale Irpef: questi i fattori principali che, nell’anno in corso, hanno aumentato il peso fiscale sui bilanci degli italiani. Secondo la Cgia di Mestre, nel 2012 complessivamente gli aggravi potranno raggiungere i 726 euro: una stangata per i contribuenti. Nel dettaglio, l’Ufficio Studi della Cgia ha effettuato diverse simulazioni per verificare l’effetto sui cittadini delle misure introdotte dal Governo Berlusconi prima e dell’esecutivo Monti poi. Ecco l’aggravio per tre diverse tipologie familiari.

 

Giovane senza familiari a carico

Nel 2012 questo operaio, con un reddito poco inferiore ai 20.000 euro e con un’abitazione di 60 mq, subisce un aumento del prelievo fiscale pari a 405 euro. Particolarmente pesanti gli aumenti riconducibili all’impennata di accise e Iva sui carburanti (+199 euro) e all’introduzione dell’Imu sulla prima casa (+120 euro).

Coppia con un figlio

Questa famiglia è composta da un impiegato con un reddito annuo di 22.000 euro sposato con una signora che lavora come commessa (19.000 euro all’anno). Vivono assieme ad un figlio in una abitazione da 115 mq. Per l’anno in corso subiranno un aumento fiscale di 640 euro: anche in questo caso i carburanti e l’Imu saranno le voci di spesa più importanti.

Coppia con due figli

Questo nucleo familiare è costituito da un impiegato direttivo con un reddito annuo di 50.000 euro sposato assieme ad una signora che fa la casalinga. Due figli, vivono in una abitazione di 115 mq. Quest’anno il carico fiscale aggiuntivo sarà pari a ben 726 euro: le voci più significative sono i 305 euro di Imu e i 199 euro di maggiori spese per il carburante.

“Se si continua ad agire solo sulla leva fiscale - commenta il segretario dalla Cgia Giuseppe Bortolussi - siamo destinati ad avvitarci in una crisi dalla quale difficilmente riusciremo ad uscirne in tempi brevi. Le famiglie, per far fronte alle scadenze fiscali sempre più pesanti, non spendono più e i consumi sono scesi ai minimi storici.

Questa situazione sta spingendo verso la chiusura centinaia e centinaia di migliaia di commercianti ed artigiani che si trovano gli scaffali pieni di merci e di prodotti, ma senza nessuno che entri nei loro negozi. Solo lasciando più soldi in tasca a lavoratori dipendenti e pensionati abbiamo forse la possibilità di invertire questa tendenza”.