Costretti a subire continui tagli dallo stato centrale, Regioni, Provincie e Comuni si sono ritrovati a rivalersi direttamente sui cittadini per far fronte alle carenze di cassa. Le stime della Cgia, hanno evidenziato che ogni italiano nel 2011 ha versato mediamente nelle casse locali circa 1684 euro. Tasse varie, balzelli, accise e addizionali di ogni tipo, sono solamente alcune delle principali imposte diventate il terrore dei contribuenti.

Basta considerare che si sia passati da un gettito fiscale pari a 47,6 miliardi del 1996 a 102 miliardi di euro nel 2011, con aumento del 115%. Mentre per lo stato centrale, sempre secondo la Cgia di Mestre, l’aumento del carico fiscale negli ultimi 15 anni, è stato solo del 9%, con un aumento del Pil nazionale del 15%.

Le imposte locali che gravano principalmente sulle tasche dei contribuenti sono:

Regionali: l'Irap (imposta regionale sulle attività produttive); l'Addizionale regionale Irpef; tassa automobilistica (bollo auto); l'Addizionale regionale all'accisa sul gas naturale; la tassa sulle concessioni regionali; la tassa diritto studio universitario.

Provinciali: l'Imposta sulle assicurazioni RC auto; l'Imposta provinciale di trascrizione(autoveicoli, camion e rimorchi); l'addizionale provinciale sul consumo di energia elettrica (diverso da abitazioni); il tributo provinciale per i servizi di tutela, protezione e igiene dell'ambiente.

Comunali: l'Ici (imposta comunale sugli immobili); la TARSU/TIA (tassa sui rifiuti); l'addizionale comunale Irpef; la tassa occupazione spazi e aree pubbliche; l'Imposta comunale sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni; l'addizionale sul consumo di energia elettrica (abitazioni).

Se pensiamo che i conti sono presto fatti e finiti, ci sbagliamo, grazie all’Imu e all’aumento delle addizionali Irpef Regionali e Comunali, non andrà meglio nel 2012, con una previsione di spesa destinata ad aumentare.

Secondo il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi per invertire la rotta, bisogna attuare al più presto il federalismo fiscale, solo così si potrà riuscire ad abbassare la pressione fiscale, sia al centro sia in periferia, grazie a una maggiore responsabilità dei governatori e dei sindaci, ricordando che nell’ultimo ventennio le amministrazioni locali, sono diventate responsabili di alcuni settori cruciali come la sanità, il sociale e il trasporto pubblico, trovandosi a fare i conti con i tagli statali e costretti ad aumentare le tasse per mantenere i servizi alla collettività.