Stabilimenti: In conseguenza della direttiva Bolkestein, in Italia si è creata una serie di informazioni e disinformazioni contrastanti, che hanno generato un tutti contro tutti, gestori di stabilimenti contro il governo, consumatori contro i pseudo espropri dei litorali da parte dei gestori che vogliono accaparrarsene i diritti per lucrarci in, batti e ribatti di responsabilità e accuse.

Normativa: La direttiva Bolkestein prevede che le concessioni demaniali decadano sistematicamente alla fine dei periodi concessori, senza possibilità alcuna da parte del concessionario di vedersi riconoscere una prelazione sul rinnovo della concessione, che di fatto viene messa all'asta in un bando che premia il miglior offerente, di fatto ponendo il concessionario, gestore dello stabilimento di fronte ad un rischio evidente di perdita di diritto e, perdita economica di tutti i propri investimenti fatti per migliorare lo stabilimento.

Realtà Italiana: In Italia abbiamo un imprenditoria del mondo balneare e accoglienza turistica nei nostri stabilimenti particolare. Lungo le coste e all'interno, sulle sponde de nostri laghi esistono migliaia di micro imprese spesso a carattere familiare che hanno fatto della passione per il mare, per la natura, per i laghi ed il contatto con le persone una propria ragione di vita.

Anno dopo anno con sacrificio investendo tempo e denaro, hanno creato un proprio stabilimento balneare, un angolo di litorale confortevole, curato e sicuro uno spazio aperto per far trascorrere una piacevole giornata di sole e relax a famiglie, giovani e meno giovani.

Tutto questo senza prevaricare nessuno, rispettando leggi e normative, costruendo spesso con attenzione ambientale strutture e servizi.

Francamente oggi non capiscono perché un settore che ci invidiano in tutto il mondo, deve essere messo in discussione da norme che non porteranno benefici economici ma, anzi aggraveranno  la realtà economica di molte famiglie che vivevano della propria operatività ed imprenditoria, per fornire invece il fianco a facili speculazioni finanziarie, grandi strutture che si troverebbero centinaia di chilometri di coste marittime e lacustri da "colonizzare" potendo offrire in un ottica di bando d'assegnazione al rialzo cifre sempre maggiori in modo da tagliar fuori le attuali molte piccole imprese familiari.

E per i molti ambientalisti che vedono l'attuale gestore come l'uomo nero che cementifica e devasta le coste non cambierebbe niente anzi peggiorerebbe la situazione passando da uno sviluppo sano e sostenibile ha quello moto meno rispettoso delle multinazionali del divertimento. Che sicuramente andrebbero a prendere il meglio, lasciando molte piccole realtà, molti chilometri di costa poco appetibili, oggi presidiati da piccoli imprenditori che con passione curano il territorio, che si troverebbero a non poter  sopportare una concorrenza dalla grande forza economica costringendoli  all'abbandono e all'incuria di queste arie.