Non sembra trovare tregua la spirale di aumenti che attanaglia le famiglie italiane, secondo uno studio condotto da Confesercenti, le tariffe sui servizi pubblici (acqua, luce, gas, rifiuti e trasporto pubblico) sono aumentate nell’ultimo quinquennio del 18%, ma anche nel 2013 la corsa all’impennata dei prezzi non subirà battute d’arresto, facendo segnare un nuovo rincaro già dai prossimi mesi.

Con i redditi sempre più indeboliti dalla crisi, gli italiani si trovano ancora una volta a fare i conti con il vortice degli aumenti, questa volta il maggior costo riguarda le tariffe sui consumi domestici, cresciuti del 3,6% annuo, negli ultimi 5 anni.

Se nel 2007, una famiglia media spendeva in un anno circa 1.486 euro, oggi se ne spendono 1.840, cioè 354 euro in più, così ripartite: 53,00 per l’acqua, 35 per i trasporti locali, 33 per i rifiuti, 67 per l’energia elettrica, e 166 per il gas, e una nuova stangata arriverà nel prossimo bimestre su luce e gas, con un rincaro annuo di 15€ a famiglia.

Buona parte degli aumenti, collegati direttamente al rincaro del carburante, ha prodotto effetti negativi sul potere d’acquisto, già messo a dura prova dall’ingente pressione fiscale, ma non solo.

La continua corsa agli aumenti negli ultimi 5 anni, ha determinato un altro effetto negativo, il calo dei consumi, evidenziato dagli oltre 8,4 miliardi sottratti alle famiglie, per far fronte al rincaro delle tariffe, comportando di conseguenza la chiusura di numerose imprese e la crescita del tasso di disoccupazione, penalizzando sempre di più la grave situazione economica del sistema paese.

Per Confesercenti, occorre fermare i rincari delle tariffe con un piano energetico di forte impatto, mettendo ordine nella giungla di società municipalizzate che gravitano attorno a regioni e comuni, ponendo fine a ogni sorta di spreco e di politica clientelare.