La lotta all’evasione fiscale da oggi in poi potrà avvalersi di uno nuovo e particolare strumento che non sarà però a disposizione dei controllori bensì dei controllati: stiamo parlando dell’app Redditest, software assolutamente anonimo e a utilizzo volontario che consentirà, ai contribuenti che lo desiderino, di scoprire se le proprie abitudini e i propri comportamenti possano risultare sospetti e dunque suscettibili di subire controlli fiscali.

Lo strumento digitale verrà presentato ufficialmente alla stampa il 20 novembre e in quell’occasione verrà svelato ogni dettaglio circa il suo utilizzo; l’utente che lo desideri potrà effettuare il download direttamente dal sito dell’Agenzia (che ha curato la messa a punto dell’applicazione) e poi utilizzare l’app rispondendo ad una serie di domande circa le spese principali effettuate dal nucleo familiare di riferimento.

La privacy del contribuente che si avvarrà di Redditest rimarrà assolutamente inviolata, di fatti nessuno dei dati immessi dall’utente sarà oggetto di caricamento nel web. Sin da subito i programmatori hanno escluso tale possibilità, dato che la creazione di eventuali database avrebbe recato in dote - come sempre accade - il rischio di possibili attacchi compiuti da hacker e pirati informatici.

I dati inseriti saranno piuttosto incrociati in tempo reale con alcune statistiche elaborate dall’Istat e stando alle quali sarà possibile stimare l’ammontare medio delle spese quotidiane sostenute di volta in volta dai nuclei familiari; una volta evidenziato l’ammontare delle uscite l’utente dovrà poi ovviamente far presente il flusso reddituale mensile di cui gode il nucleo familiare, e sarà a questo punto che il software elaborerà i dati stimando l’esistenza di una corrispondenza tra la spesa quotidiana sostenuta ed il reddito dichiarato.

Se il tenore di vita prospettato risulterà compatibile col flusso di entrate mensili dichiarate il programma invierà come output un semaforo verde; se viceversa dovessero esserci delle incongruenze (non con quanto dichiarato tramite il Redditest, bensì in riferimento a quanto affermato in sede ufficiale tramite documentazioni inviate all’Agenzia) il software produrrebbe un semaforo rosso, cosa che certificherebbe al contribuente il fatto che il suo comportamento, da un punto di vista fiscale, potrebbe essere oggetto di approfondimenti ed indagini da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Inutile sottolineare gli enormi benefici che potrebbe apportare un utilizzo in massa da parte dei contribuenti di questo strumento: l’utente di turno avrebbe infatti a disposizione un primo prospetto circa la propria posizione fiscale e godrebbe di un importante incentivo a rientrare nei canoni della legalità qualora avesse deciso di discostarsene in precedenza.