Su una famiglia italiana su cinque, secondo l’Agenzia delle Entrate, grava il sospetto di evasione fiscale. E questo è quanto emerge dalle prime stime del Ministero delle Finanze che, utilizzando il nuovo redditometro, arrivo previsto nel gennaio 2013, ha simulato una statistica – introducendo 100 voci di spesa raggruppate in 7 categorie come appunto prevede l’indicatore di reddito che entrerà in vigore l’anno nuovo – ricostruendo le presunte entrate degli italiani e confrontandole poi con le dichiarazioni. E da tale analisi è scaturito che un milione di famiglie spende, ma è priva di reddito, mentre altre 4,3 milioni di famiglie hanno un tenore di vita non coerente con i guadagni dichiarati al Fisco.

Il nuovo redditometro – che si applica dal periodo d’imposta 2009 – servirà proprio, attraverso elementi che indicano la capacità contributiva (spese), al Fisco quale strumento di supporto per l’accertamento, e questo insieme di dati di spese verranno desunti da campioni significativi di cittadini. Nelle 100 voci che finiranno nel mirino del Fisco sono comprese: l’abitazione, i mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, attività sportive e ricreative, e inoltre spese per gioielli, oggetti d’arte, donazioni, e infine gli investimenti mobiliari e immobiliari.

Mediante l’uso di taluni coefficienti, queste spese vengono convertite in redditi contando 11 gruppi omogenei di contribuenti per ognuna delle 5 aree geografiche italiane considerate dal Fisco.

In base a questi parametri, lo scostamento massimo consentito, tra reddito ricostruito e quello dichiarato, è del 20%. Per il fisco la “non coerenza” parte proprio al di sopra di questa percentuale, e può dar luogo a un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. E poiché il Fisco dispone di un termine massimo di 4 anni per procedere a contestazioni, è importante che il contribuente conservi la documentazione relativa alle spese sostenute (scontrini per l’acquisto di beni di un certo valore, estratti conto, ricevute).

Ma anche il contribuente da oggi ha a disposizione uno strumento per verificare se è in regola con il Fisco. È stato denominato “ReddiTest”, e si tratta di un software (compatibile con Apple, Windows, Linus) reperibile entrando nel sito dell’Agenzia delle Entrate, che può essere scaricato gratuitamente e viene usato “off line”, cioè non in Rete, e non lascia quindi tracce sul web, non viene memorizzato, e soprattutto “non potrà essere visto dall’Agenzia”, come si è affrettato a precisare il suo direttore, Attilio Befera.

Con il “ReddiTest” è dunque possibile, inserendo i dati richiesti, misurare la propria congruità. E se lo “spread”supererà il 20% si accenderà la luce rossa d’allarme, altrimenti luce verde per i coerenti.