Non si capisce più da quale parte il cittadino, unico contitolare dello Stato essendo il concetto di Repubblica quello di entità che appartiene al popolo (e il popolo dovrebbe essere costituito dai cittadini) debba difendersi.

Uno Stato che legifera e genera leggi sempre più difficili da interpretare e che anche dopo quando vengono spiegate restano lontano anni luce dalla possibilità del buon padre di famiglia di capirne i reconditi meccanismi, non trova nulla di meglio che varare leggi a difesa e a tutela di chi dovrebbe in realtà essere il vero padrone e controllore.

La Commissione Finanze del Senato ha approvato – dopo un estenuante tira e molla tra maggioranze politiche, maggioranze trasversali e opposizioni senza capi e ne code, il testo del cosi nominato “Ddl cartelle pazze”.

Il disegno di legge punta a rafforzare la tutela dei contribuenti applicando il concetto secondo il quale le ganasce fiscali non si applicheranno per i debiti inferiori a 1.000 euro (e per almeno 4 mesi dall’avviso di pagamento). Vi sarà, inoltre, la sospensione immediata per l’esecuzione delle cartelle esattoriali illegittime. Viene poi stabilito che, entro 90 giorni dalla notifica “del primo atto di riscossione utile o di un atto della procedura cautelare/esecutiva”, il contribuente potrà opporre resistenza indicando le motivazioni che lo confortano - nel tentativo di evitare il pignoramento dei beni - presentando un’autodichiarazione che obbliga l’agente per la riscossione a fermare la sua azione.

Quello che stupisce è perché lo Stato manifesta forte accanimento contro i cittadini e allo stesso modo si rende promotore di uno scudo che di per se non sarebbe necessario se la legge stessa impedisse di fatto l’arroganza delle ganasce fiscali applicabili con il mero accertamento unilaterale. Misteri della seconda Repubblica.