Una recente indagine di Altroconsumo, tra le migliori associazioni a difesa dei consumatori, ha reso noto quanto sia in crescita lo scarso gradimento da parte degli italiani nel trattare con le agenzie immobiliari.

Il settore delle vendite di case in Italia è  buona parte frutto di una crescita esponenziale dovuta al fattore franchising che ha praticamente permesso l’invasione e l’espansione di marchi innovativi.

Tali fornitori di servizi  al di là di una loro apparente solidità operano fittiziamente tramite la presenza capillare di giovani piccoli imprenditori senza operare più altri controlli che non siano quelli dei loro fatturati sui quali pretendono royalty.

In teoria il consumatore è convinto di acquistare un immobile attraverso un grande network nella realtà si rivolge esclusivamente a micro aziende (per lo più srl o sas se non addirittura ditte individuali) all’uopo allestite per la gestione di una porzione di territorio assegnata con in più un collegamento tramite la rete internet per eventuale clientela fuori zona.

Altroconsumo ha scoperto che il più delle volte viene fornito un servizio inadeguato, con provvigioni salate, con moltissimi casi di fatture non emesse e quindi servizi regolati in nero.

Se si considera che le agenzie intascano per la vendita di beni immobili a loro affidati provvigioni che variano dal 3% sul prezzo di vendita e al 2% sul prezzo di acquisto se ne deduce che un acquirente in media sborsa il cinque per cento in più del valore pattuito dell’immobile trattato.

Per fare un esempio, un alloggio dal prezzo di 100.000 euro subisce una lievitazione di ulteriori 5.000 euro. Due o tre e anche quattro affarucci mensili similari innalzano il fatturato di queste micro immobiliari a rapporti esponenziali che consentono fatturati (se c’è la regolarizzazione dell’emissione della fattura, altrimenti non possono essere che considerati fatturati in nero) non indifferenti.

Sempre secondo quanto emerge dall’indagine condotta da Altroconsumo il 21% del campione di consumatori interpellati asserisce di non aver ricevuto fattura e un altro 12% testimonia di aver  ottenuto di fatturare una parte.  Allora ricordiamo che l’ammontare della spesa sostenuta per l’intermediazione può essere detraibile nella dichiarazione dei redditi nei limiti e nei modi previsti dalla legge e quindi conviene richiederla per essere sempre in regola e perché le immobiliari lo siano altrettanto col Fisco.