Lo sciopero di ieri dei trasporti ha fatto discutere, immancabilmente peraltro, essendo spesso e volentieri fonte di disagio per i cittadini che si recano al lavoro. Milano è la città dove il caos ha preso maggiormente il sopravvento e dove lo sciopero (strategicamente predisposto) con una fascia oraria che vedeva fermi i mezzi pubblici tra le 8.45 e le 15 e poi successivamente dalle 18 in poi, ha creato gravi disagi alla popolazione.

Roberto Alesse presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi ha dichiarato in giornata che ci vuole vedere chiaro sul punto; le ore di sciopero previste in questi casi secondo la legge 146 del 1990 che disciplina dettagliatamente le normative di settore prevedono una durata massima dello sciopero giornaliero di 6 ore, non un minuto in più.

Il mancato rispetto rientra in quei casi in cui l’Autorità è legittimata a comminare una sanzione ai sindacati che non hanno rispettato la normativa.

Roberto Alesse ha pertanto aggiunto che quello che è accaduto ieri in giornata è inaccettabile, e che la situazione in cui verte il trasporto pubblico italiano è davvero insostenibile, basti pensare che si va avanti con un contratto collettivo di lavoro scaduto da 5 anni. Questo però non giustifica uno sciopero selvaggio che va a colpire una parte del paese che nulla ha a che fare con le suddette questioni.

Rocco Ungaro segretario della Filg-Cgl Lombardia in un’intervista a ilsussidiario.net ha sottolineato che lo sciopero è un ‘gesto estremo’ e che viene preso in considerazione quando non vi sono altri rimedi possibili.

Il sindacalista ha puntato il dito contro la trattativa per il rinnovo del contratto ferma al 2007 dichiarando come sia invece inaccettabile che il governo, esortato più volte,  non abbia mai voluto in questi mesi nemmeno aprire il tavolo della trattativa.