Lo studio italiano Nutrintake, ha confrontato i valori dienergia, carboidrati, grassi, proteine presenti nell’organismo su uncampione di bambini dai sei ai trentasei mesi, dopo che le mamme sono state invitate atenere un diario circa l’alimentazione consumata dai propri figli.

Dall’indagine emerge che la maggior parte delle mamme sia costantenell’allattamento al seno del proprio figlio: i numeri parlano di un 80% che dàil proprio latte fino ai sei mesi, un 40% continua fino al primo anno d’età evi è un 9% che persevera oltre i 2 anni. Il ricorso al latte artificiale èsempre più in diminuzione, mentre per il latte vaccino si aspettano i 12 mesi.

Gli esperti sconsigliano di prolungare il periodo di allattamento, poichépuò sfavorire lo svezzamento del neonato. Un corretto procedimento sarebbe difar abituare il bebè, nei primi mesi utili, ad alimenti più adeguatiall'infanzia. Un cambiamento alimentare graduale, senza velocizzare la somministrazioneal neonato di cibi per adulti, anche se sicuramente meno costosi di quelli perl’infanzia, è necessario per non causare carenze nutrizionali in futuro.

Il presidente della Società Italiana di Pediatria, Giovanni Corsello,evidenzia l’eccesso di sale, zuccheri e calorie, così come troppopoco ferro nel sangue di bambini, purtroppo a causa di una precocealimentazione a base di cibi per adulti: crackers, biscotti, merendine, pizzepossono infatti causare anemie e allergie e, con l'avanzare dell'età, sovrappeso eobesità.

Spesso si ignora l’importanza dell'alimentazione nei primissimi anni divita, così come non si possono trascurare visite periodiche dal pediatra ed èproprio la figura del pediatra che dovrebbe informare i neogenitori su taleimportanza.