Ce lo sentivamo, dentro di noi il desiderio era talmente forte da tenerci svegli tutta la notte. Il film di Paolo Sorrentino ce l'ha fatta, La grande bellezza ha vinto l'Oscar come miglior film straniero, un premio ambito, un traguardo eccezionale, un riconoscimento che sa di storico oltre che di prestigio.

La sensazione che ce l'avrebbe fatta già da alcuni giorni ci teneva col fiato in sospeso e ora che la speranza è finalmente diventata realtà possono iniziare i festeggiamenti per un film che sa di italiano originale e per il suo regista che della patria cinematografica si consacra come maestro ed eroe.

La concorrenza era agguerrita, pur desiderandolo sapevamo che non sarebbe stato facile. La notizia è stata una liberazione, un po' come raggiungere la meta dopo una lunga camminata. Una vittoria meritata, per l'Italia e per tutto il suo popolo, una vittoria che ci fa sentire più uniti proponendoci a livello mondiale come artisti affidabili, capaci e stravaganti.

Sul palco il regista è apparso inizialmente emozionato, quel poco da trasmettere una piacevole lucidità in un momento di concitati sentimenti, come se fosse a suo agio in balia di un ribollire disordinato di gioia. Nel momento in cui ha iniziato a parlare, ringraziando attori e produzione, fonti di ispirazione e affetti familiari, ha trasmesso allo spettatore quell'idea di umiltà e di riconoscenza che dell'Italia era e dovrà continuare ad essere una peculiare caratteristica di piacevole correttezza.

Bravo Paolo, bravo davvero per ciò che sei riuscito a costruire, a dire, per la tua straordinaria capacità di saper attrarre e coinvolgere con semplici gesti e nobili intenti.