Un paio d'anni dopo essere stato scongelato (Captain America Il primo Vendicatore) e aver unito le forze con i Vendicatori (The Avengers), Captain America (Chris Evans) continua la sua duplice missione. La prima, ufficiale, è quella di combattere il male; la seconda, personale, è di capire il suo posto in un mondo molto diverso da quello in cui era nato e poi rinato. Un "fossile", come la chiama perfidamente la collega Vedova Nera (Scarlett Johansson), che sente il bisogno di tornare alle radici: va a vedere, in incognito, la sala dello Smithsonian a lui dedicata, così come a trovare la sua antica fidanzata, Peggy Carter.

Sempre al servizio dello Shield di Nick Fury (Samuel L. Jackson; attenzione a un'inquadratura nel finale) e del grande capo Alexander Pierce (Robert Redford), Cap e la Vedova sbaragliano il mercenario francese Georges Batroc, ma quest'azione scoperchia un nido di vipere dentro lo stesso Shield, a quanto pare infiltrato da nemici... che cominciano a braccare Cap e compagni, compreso il nuovo arrivato Sam Wilson (Anthony Mackie), in arte Falcon.

Nell'universo Marvel declinato sul grande schermo ci sono vari filoni. I film dichiaratamente e piacevolmente di serie B (Ghost Raider; Blade); quelli più pop e senza fronzoli psicologici (I Fantastici Quattro; Iron Man); quelli più complessi, con rovelli esistenziali (Thor; Spider-Man).

Captain America The Winter Soldier, di Anthony e Joe Russo, è un po' anello di congiunzione tra gli ultimi due: ironico e spensierato come un James Bond anni Sessanta, ma anche con un clima complottistico ("non fidarti di nessuno") che richiama i Settanta (con tanto di citazione vivente di quell'epoca e di quel Cinema, Redford).

A infarcire il tutto, il richiamo alla Mission: Impossible di Tom Cruise, con Rogers-Cap costretto a sfuggire ai suoi stessi ex colleghi insieme alla Romanoff-Vedova Nera.

Il "soldato d'inverno" del titolo è un super-eroe killer congelato dal KGB e ora tornato in azione, ma di più non è bello dire per non guastare la visione.

Vi basti sapere che nei sotterranei dello Shield si stanno costruendo enormi corazzate volanti, molto molto pericolose.

Perché come in ogni blockbuster che si rispetti alla fine il punto è quello: a un certo punto si dà bando alle ciance e si menano le mani (i combattimenti corpo a corpo sono coreografati molto bene) e si schiaccia il bottone degli effetti speciali (resi più roboanti grazie al 3D).

E ora appuntamento con The Avengers Age of Ultron. Che la saga continui.