Il film che uscirà domani 13 febbraio nelle sale italiane, narra la storia vera di un gruppo di uomini e donne (storici dell'Arte, architetti e curatori di musei) di 13 nazionalità differenti che accomunati dall'amore per l'arte e la cultura, durante la Seconda Guerra Mondiale si uniscono per salvare le opere d'arte trafugate dai nazisti.

Fu il presidente Roosvelt nel 1943 a istituire la "Commissione americana per la protezione e la salvaguardia dei monumenti artistici e storici nelle zone della guerra", nota al mondo con il nome di "Commissione Robert" e ad inviare in Europa i Monuments Man.

Lo sterminio dei popoli attuato da Hitler prevedeva la loro distruzione fisica e identitaria, quest'ultima attuata anche attraverso la distruzione delle loro opere d'arte.

Grazie ai Monuments Man furono recuperate e messe in salvo oltre 5 milioni di opere d'arte, il più grande tesoro della storia, ed è solo grazie a loro che oggi possiamo ammirare ancora opere di Michelangelo, Leonardo, Donatello, Vermeer, Rembrandt.

Il supercast del film composto da George Clooney, Matt Damon, Jean DuJardin, Bill Murray, John Goodman e Cate Blanchet, ricostruisce dunque emozionando una pagina di storia importante della Seconda Guerra Mondiale.

Nel film George Clooney è il leader del gruppo Frank Stokes, e il suo personaggio si ispira allo storico dell'arte sovrintendente ad Harvard George Stout.

Matt Damon è il braccio destro di Clooney e si ispira a James Rorimer diventato in seguito il direttore del Metropolitan Museum of Art di New York (dal 1955 al 1966).

Cate Blanchet interpereta una delle più grandi eroine della Seconda Guerra Mondiale, Rose Valland nella realtà, curatrice della galleria Jeu de Paume di Parigi che rischiò la sua vita spiando i nazisti per trasmettere alla resistenza francese preziose informazioni riguardanti gli elenchi delle opere d'arte trafugate dal Terzo Reich.

Nel film viene chiesto al personaggio interpretato da Clooney se valga la pena rischiare la vita per un opera d'arte, la sua risposta è affermativa - "Si, credo che valga assolutamente la pena" - e a spiegarcelo è proprio George Clooney, che durante un intervista ha affermato: "L'unico modo per documentare la storia in passato erano le opere d'arte, i quadri e i libri.

Uno dei rischi della guerra è appunto quello di distruggere il patrimonio artistico del paese, così facendo viene distrutta anche la storia del popolo stesso. Questo è valido sia per la Seconda Guerra Mondiale che per l'Iraq e la Siria, dove musei e opere d'arte sono andati distrutti, perdendo in questo modo parte dell'identità del popolo in questione".

Un film dunque che ripercorre i momenti più drammatici della storia della Seconda Guerra Mondiale, ma che ci riporta ai nostri giorni e ci invita a riflettere sul significato della salvaguardia della nostra identità e della nostra cultura attraverso l'amore per le opere d'arte.