Waler Mitty di Ben Stiller, osservazioni - A parere di alcuni I sogni segreti di Walter Mitty è un film deludente, se non altro solo perché ci si aspettava di più, o meglio, ci hanno indotto ad aspettarci di più. Gonfiato all'eccesso da un marketing sfrenato e da una stampa mendace, la pellicola di Ben Stiller è semplicemente un buon film, tutto qui. Merita sicuramente la visione, ma non raggiunge di certo l'eccellenza, se non a sprazzi, come ad esempio in alcune intuizioni oniriche sparse qua e là. Sean Penn è  perfetto nel ruolo di Sean O'Connell, fotografo di successo inseguito dal buon Walter, che cerca strenuamente di recuperare il fotogramma n°25 (capirete una volta visto il film).

Probabilmente non è da considerarsi un film comico e nemmeno una commedia, perché di spunti drammatici ce ne sono tanti, seppur conditi con qualche risata. La sfida di Ben Stiller infatti è stata proprio questa: cimentarsi in un genere diverso dai suoi precedenti lavori.

Ben Stiller avrebbe dovuto osare un po' di più dal punto di vista registico e la sceneggiatura di Steve Conrad, trattandosi di un remake, avrebbe dovuto offrirci uno sviluppo più complesso, perché gli spunti lo permettevano eccome. La storia d'amore, anzi di corteggiamento, tra Walter e Cheryl, forse non serviva e poteva passare come un'omissione sopportabile, ma purtroppo, in quanto a costruzione dello script, gli schemi americani dettano legge.

Molto positiva la fotografia di Stuart Dryburgh, che coadiuvato da luoghi dannatamente magnetici come i paesaggi della Groenlandia e dell'Islanda, ha saputo tirare fuori l'essenza più profonda dei giochi di luce regalati dalla natura, vedi anche la scena sulla catena dell'Himalaya.

Note:

  • La nota dolente più fastidiosa è dovuta però ai nostri traduttori, che avrebbero dovuto lasciare sui tabelloni pubblicitari il titolo originale The Secret Life of Walter Mitty. Potrete capire solo una volta visto il film.
  • I sogni segreti di Walter Mitty è il remake di Sogni Proibiti (1947), prodotto a suo tempo dal padre di Samuel Goldwyn Jr, produttore, tra gli altri, del film in questione.