La mafia uccidesolo d'estate, il film di Pif con Cristiana Capotondi,si è aggiudicato, meritatamente, il Premio del Pubblico all'ultimaedizione del Torino Film Festival e conquista anche gli spettatori incassando, nel primo fine settimana di programmazione, 750mila euro.

La pellicola èun racconto delicato. Un viaggio sentimentale e d'impegno civile di un bambino,Arturo, nato a Palermo lo stesso giorno in cui il mafioso Vito Ciancimino vieneeletto sindaco. Arturo, che nella sua camera ha il poster del premier GiulioAndreotti, il suo mito vivente, cresce tra le stragi di mafia, incrociandomalavitosi e uomini di legge.

La mafia uccide solo d'estate celebrai tentativi di Arturo di conquistare il cuore di Flora, la sua amata compagnadi banco. Primo e unico grande amore della sua vita a cui offrire, in segreto,iris alla ricotta, tipico dolce palermitano. Il film ripercorre, attraverso levicende dei due protagonisti, i più tragici avvenimenti della recente cronacaitaliana.

Arturo cresce in Sicilia ed è costretto a confrontarsi con leinfiltrazioni della malavita nella società civile e i terribili attentatimafiosi e maturando, con gli anni, una consapevolezza di quello che locirconda. Dopo le tragiche morti di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, Arturosi risveglia da un sonno atavico e incomincia ad agire concretamente e non piùa subire in modo passivo perché lasperanza e la verità sono più forti del silenzio.

Un film coinvolgente edemozionante. Pif, dopo esser statoaiuto regista di Marco Tullio Giordananel 2000 nel film "I cento passi" (cioè ilnumero dei passi che separavano l'abitazione di Peppino Impastato da quella delboss Tano Badalamenti), offre al pubblico, in questa opera prima, un diversopunto di vista attento e senza indulgenze celebrative nei confronti della mafia.