C'è un film che in questo inizio d'autunno impressiona. Ed impressiona per questo spaccato di vita palermitana che ci offre, ma soprattutto per uno spaccato sui misteri del comportamento umano. La regista è Emma Dante, ma è anche autrice dell'omonimo romanzo 'Via Castellana Bandiera' del 2008 e vincitore del Premio Vittorini nel 2009.

Il film non ha certo il sapore di una passeggiata turistica per la città di Palermo, anche se l'inizio si apre in questi termini. Due donne al volante, due amiche, sembrerebbe, che girano per la città. Una di esse deve andare ad una festa, l'altra è contraria.

Non sono due amiche, si scoprirà dopo qualche minuto, ma una coppia innamorata in crisi.

Nel suo girovagare Rosa, colei che è alla guida dell'auto, imbocca una strada a senso unico e nonostante gli avvertimenti dell'amica prosegue sino ad imbattersi nell'auto della famiglia Calafiore. Siamo nel quartiere Fiera, groviglio di case abusive. Alla guida di quest'auto c'è Samira, albanese, suocera di Saro Calafiore e molto anziana. Presto la vicenda giunge al clou. Nessuna delle due donne intende retrocedere e scorreranno ore ed ore prima che il tutto giunga al suo epilogo. La bellezza e il carattere picaresco del film si preannuncia con una inquadratura iniziale, presa dall'alto.

Samira è al cimitero, porta i fiori sulla tomba della figlia Thana, e la scena risulta di una bellezza raccapricciante.

Dall'alto la cinepresa inquadra quella donna, con le vesti nere, sdraiata supina sul marmo bianco della lapide, intorno tombe scoperchiate, con i loculi pieni di terra dove vanno a sedere i suoi tre cani randagi che sembrano così far compagnia alla vecchia. E' il dolore, quello che accascia e che toglie il respiro.

Chi vincerà tra le due donne, Rosa e Samira?

Non lo anticipiamo, perché quello che interessa alla regista è raccontare il quadro desolante dei suoi parenti, in cima ai quali c'è quel farabutto di Saro, il quale non perderà l'occasione per aprire sulla vicenda una scommessa e guadagnare denaro. La fine è sconcertante. Come al solito la sorte gioca un brutto tiro e l'avidità, una volta tanto, rimarrà scornata.

Ma la bellezza del film, oltre alla narrazione dei fatti sta nei dialoghi, tutti in palermitano stretto con tanto di sottotitoli, e nell'amore delle due donne, che solo alla fine sembra ricomporsi. Ricordiamo che il film ha vinto il Premio Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile di Elena Cotta, l'attrice che interpreta il personaggio di Samira, il Premio Franco Pasinetti del SNGC, il Premio Lina Mangiacapre.

L'attrice Elena Cotta, nel giro di propaganda della pellicola ieri era presente nella sala del Cinema Italia di Ancona, nella programmazione della serata del 24 settembre 2013. Un film da vedere, perché il talento di questa attrice, scrittrice ed interprete teatrale si è reso manifesto anche dietro una cinepresa.