Tfa ordinario e Tfa speciale (o PAS): due mondi inconciliabili, due schiere di docenti con aspirazioni ugualmente legittime, ma forse inconciliabili. Sul tema, caldissimo, dell'abilitazione e dell'immissione in ruolo degli insegnanti è intervenuto il ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza, che in un'intervista al videoforum di Repubblica ha risposto ad alcune domande sulle questioni più importanti nel panorama della Scuola di oggi.

Oltre all'abilitazione, tra l'altro, interessanti le novità da lei annunciate sul concorso docenti e sulle pensioni per i Quota 96 della scuola.

Ma veniamo al TFA (Tirocinio Formativo Attivo) ordinario: chi lo ha frequentato ha dovuto superare una prova di ammissione, frequentare corsi per un anno, superare l'esame finale e sborsare una cifra non indifferente, circa 3000 euro.

Il decreto ministeriale del 25 marzo 2013 n. 81, pubblicato in Gazzetta Ufficiale negli scorsi giorni, prevede invece l'attivazione di un TFA speciale, o meglio dei PAS, Percorsi di Abilitazione Speciali, destinati a chi può già vantare determinati requisiti di servizio. 

Ora, gli abilitati ordinari si ritengono beffati da questo decreto, e hanno espresso la loro rabbia in un Manifesto pubblicato recentemente. La protesta verte in principale su due concetti: quello del merito (i PAS non prevedono una prova di ammissione) e quello dell'immissione in ruolo (il TFA ordinario permette solo l'ingresso in seconda fascia delle Graduatorie d'Istituto). 

Qual è la posizione del ministro Carrozza sul tema?

"Stiamo incontrando le varie categorie e ripensando il sistema - ha affermato -. Il problema nella scuola è che esistono queste due categorie, con le quali ci dobbiamo confrontare, una situazione che deriva da scelte precedenti e non dipende da noi". Da una parte, appunto, il fronte dei PAS, che, bisogna considerare, "ha alle spalle anni di esperienza e anni di precariato", dall'altra chi ha seguito il TFA e "vuole un giusto riconoscimento della selezione meritocratica e del percorso che ha fatto". 

"Certamente non potremmo soddisfare al cento per cento nè gli uni nè gli altri - è il rammarico del ministro -.

Purtroppo in Italia spesso c'è questo problema degli interessi contrastanti. Non daremo soddisfazione a tutti ma cercheremo di essere più equi possibile, anche nei confronti di chi ha seguito questo TFA che è effettivamente un bel percorso, impegnativo".  

Nessun dettaglio concreto, però sulle soluzioni che il Miur sta studiando: gli aspiranti insegnanti devono attendere ancora.