Dimenticate la prevedibilità di Una Notte da Leoni 2, e dite addio alla sbornia che dà avvio alle disavventure del mitico trio formato da Phil, Stu e Alan. Una Notte da Leoni 3 chiude in bellezza una delle saghe di maggior successo dell'ultimo decennio, segnando un passo diverso rispetto ai precedenti episodi.

Una struttura narrativa totalmente nuova quella ideata da Todd Phillips e Craig Mazin - autori della sceneggiatura - che mette da parte gli addii al celibato, le sbornie e il percorso a ritroso sui propri passi barcollanti, in favore di una narrazione più matura.

Questa è la chiave attraverso cui leggere "Una Notte da Leoni 3", i protagonisti sono cresciuti, hanno imparato dalle loro notti di baldoria, almeno alcuni di loro, ma questo non impedisce che i guai li trovino ugualmente.

La comicità di quest'ultimo episodio poggia quasi interamente sul personaggio di Alan (Zach Galifianakis), più strambo che mai, mentre i due comprimari Phil (Bradley Cooper) e Stu (Ed Helms) occupano questa volta una posizione più defilata a favore dell'avanzamento del pazzoide Mr. Chow (Ken Jeong).  

Si ride dall'inizio alla fine, i meccanismi comici tipici di Una Notte da Leoni ci sono tutti e sono utilizzati al momento giusto. La scelta di abbandonare lo schema dei primi due film permette di gustare in pieno le nuove avventure del branco perché non hanno quel sapore di già visto così preponderante nel secondo episodio della saga.

Un capitolo finale che in più di un passaggio ha il sapore dell'addio e del ricordo nostalgico, spesso le battute dei protagonisti, anche le più esilaranti, poggiano sui ricordi delle precedenti avventure. La trama non brilla per la sua particolare originalità, molti degli eventi sono ampiamente prevedibili, ma "Una Notte da Leoni" non è un prodotto che punta sulla suspance ma sull'intrattenimento puro.

La singolare alchimia tra i tre protagonisti - anche in questo episodio Doug (Justin Bartha), il quarto del branco, è poco più che una comparsa - contribuisce alla riuscita della pellicola che supera sicuramente il diretto predecessore e si assesta quasi a livello del primo film, che per certi aspetti rimane però insuperabile.

Todd Phillips sembra esser riuscito nell'impresa di concludere con i fuochi d'artificio la saga iniziata nel 2009, l'happy ending finale potrebbe lasciarvi un po' insoddisfatti, ma basta attendere lo scorrere della prima parte dei titoli di coda per avere il vero finale, un ritorno alle origini che ci lascia con un messaggio chiaro: quei tre non cambieranno mai. E noi ne siamo felici.