Una vasta operazione della Guardia di Finanza ha permesso di accertare, da parte di 83 medici in tutta Italia, violazioni all'attività intramoenia per un danno erariale complessivo di circa 6 milioni di euro.

I controlli, svolti in 18 regioni e 65 province dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Finanza, ha portato alla denuncia di 48 dirigenti medici per i reati di truffa aggravata e peculato.

La truffa

L'attività intramoenia consente ai medici che svolgono la loro attività presso strutture pubbliche, di esercitare attività professionali a pagamento all'interno della stessa struttura, previa autorizzazione della Asl che, in cambio, incassa una quota delle parcelle.

I medici, secondo quanto emerso dalle indagini, avevano, in alcuni casi, assunto incarichi professionali in strutture private in mancanza della necessaria autorizzazione da parte della struttura pubblica presso la quale svolgevano la loro attività in regime di esclusività.

In altri casi, pur essendo autorizzati a svolgere la libera professione all'interno della struttura pubblica, avrebbero truffato le Asl trattenendo illecitamente le quote dovute, in questi casi, al Servizio Sanitario Nazionale.

Le irregolarità maggiori sono state riscontrate nelle regioni Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Campania e Lombardia.

Il primato delle infrazioni spetta al Lazio, dove sono stati segnalati 14 medici, 8 dei quali denunciati anche alla magistratura, che da soli rappresentano un danno erariale di 1 milione e 400 mila euro.

A testimonianza della vastità del fenomeno ci sono 33 società e 45 persone, identificate quali committenti degli incarichi indebitamente conferiti ai dirigenti medici pubblici e segnalate all'Agenzia delle Entrate che ha comminato sanzioni per oltre 1 milione e 200mila euro.