Le hanno già identificate come le peggiori pioggeabbattutesi nei Balcani negli ultimi 120 anni. Piogge incessanti che hannoprovocato morte e distruzione in Serbia, Bosnia e parte della Croazia.

Per quanto riguarda la Serbia, si parla di 40 morti e 20milasfollati; ma il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare drammaticamentecol ritirarsi delle acque, che riporteranno alla luce i cadaveri. Le situazionipiù critiche si registrano a Obrenovac e Baric, località sul fiume Sava poco asudovest di Belgrado, dove si è resa necessaria l’evacuazione di quasi tuttigli abitanti.

Difficile è anche la situazione in decine di altre localitàgrandi e piccole. Il fiume Sava minaccia anche Belgrado, giacché è in corso unapiena.

La macchina dei soccorsi è in funzione incessantemente dagiorni, alle Forze armate si sono affiancati 10mila volontari. Soccorsisono giunti anche dall’Ue, che ha inviato 200mila euro alla Serbia e 100miladollari alla Bosnia. La Russia invece ha inviato tre aerei con squadre disoccorritori e generi alimentari e medicinali.

In Bosnia si contano 20 vittime, ma anche qui si tratta diun bilancio provvisorio, destinato ad aumentare col ritiro delle acque delfiume Sava. Il quale ha inondato diverse città del centro-nord, per le quali siè resa necessaria l’evacuazione.

Qui si fa i conti anche col fiume Vrbas, cheha sommerso centinaia di edifici. Anche in Bosnia nelle zone alluvionate èemergenza cibo e acqua.

Va meglio in Croazia, colpita solo nella sua parte est. Perora gli sfollati sono stati “solo” 3mila, ma anche qui si potrebbero fare iconti col fiume Sava che, come detto, ha già inondato varie zone.

Il destino si è dunque di nuovo accanito contro quei paesigià pesantemente provati da una lacerante e disumana guerra negli anni ’90.Questa volta a colpirli è stata la Natura, anche se la mano dell’uomo, con le suereiterate devastazioni del territorio, peggiora oltremodo le conseguenze.

Più in generale, dallo scorso novembre l’Europa sta facendoi conti con perturbazioni devastanti: a farne le spese per primo il RegnoUnito, poi Germania, Olanda e Ungheria e ora appunto i Balcani.