Il Comitato dell'Onu contro la tortura, ha preso in esame il rapporto richiesto alla Santa Sede in relazione agli abusi sui minori commessi dai sacerdoti cattolici.

L'esame si è concluso con una sostanziale assoluzione del Vaticano, di cui viene apprezzato lo sforzo per combattere il fenomeno, ma lo stesso fatto che il Comitato abbia richiesto dettagli sulla vicenda, riveste conseguenze giuridiche importanti dal momento che equipara gli abusi sessuali sui minori alla tortura.

Le raccomandazioni dell'ONU al Vaticano

La Santa Sede è stata specificatamente chiamata a rispondere per quello che avviene in tutto il mondo, non solo sul territorio di Città del Vaticano, raccomandando alla stessa una effettiva collaborazione con le autorità civili ed il rispetto delle prescrizioni della legge civile in merito alla denuncia dei casi di cui viene a conoscenza.

Viene inoltre richiesto al Vaticano l'immediata rimozione di chi ha commesso o è solo sospettato di abusi sui bambini e l'abbandono di procedure che favoriscono l'impunità degli autori "a causa di un codice del silenzio imposto su tutti i membri del clero sotto la pena della scomunica", mentre accade spesso che gli accusati vengano semplicemente spostati di parrocchia in parrocchia nel tentativo di coprire gli abusi.

Le reazioni della Santa Sede

Le raccomandazioni dell'Onu, ha fatto sapere la Santa Sede, saranno prese in seria considerazione, anche se, nel presentare il rapporto, Silvano Tomasi, nunzio apostolico presso la sede delle Nazioni Unite a Ginevra, ha evidenziato le azioni messe in campo negli ultimi 10 anni dalla Chiesa per contrastare il fenomeno, con oltre 3400 casi presi in esame e la "cacciata" di 884 sacerdoti riconosciuti colpevoli di pedofilia.

Sul piatto, anche l'impegno finanziario del Vaticano che ha destinato oltre 2 miliardi e mezzo di dollari per i risarcimenti alle vittime di pedofilia negli Stati Uniti.

Azioni, evidentemente, accolte con riserva dal Comitato di Ginevra, dal momento che si è riservato di formulare una lista di domande cui, il prossimo rapporto che il Vaticano presenterà nel 2018, dovrà fornire convincenti e circostanziate risposte.