Altro fatto gravissimo avvenuto in Nigeria: oltre 100 studentesse sono state rapite dai terroristi islamici.

Il conflitto nella Nigeria nord-orientale che sta opponendo il governo nigeriano al gruppo islamista Boko Haram e le sue truppe sta assumendo dimensioni sempre più elevate, raggiungendo una brutalità che la comunità internazionale non può continuare ad ignorare.

Questo rapimento è l'ultimo gesto di una barbarie che, dall'inizio dell'anno, ha già fatto più di 1.500 morti e per la maggioranza fra la popolazione civile, oltre ad aver obbligato più di 250.000 persone ad abbandonare le proprie abitazioni.

100 ragazze rapite perchè colpevoli di frequentare una scuola femminile

Dalle cronache che arrivano dalla Nigeria sembra che le atrocità a cui è sottoposto il popolo nigeriano siano causate da entrambe le parti in conflitto. Da una parte l'esercito governativo e dall'altra la milizia capeggiata da Abubakar Shekau.

Uno scontro nato per motivi etnico-religiosi tra il sud cristiano e ricco e il nord mussulmano e con zone di povertà diffusa. Come sempre, a pagare il prezzo più alto sono le persone più deboli e anche in questo caso a subire le peggiori violenze sono i bambini e le donne.

Tornando al rapimento delle 100 ragazze eseguito dalle milizie mussulmane a Chibok, nello stato nordorientale di Borno, è un'altra dimostrazione che l'estremismo religioso non può che portare dolore e sofferenza, oltre a farci riflettere sulla condizione delle donne in certe zone del pianeta.

L'unica colpa delle 100 ragazze rapite era quella di essere studentesse di una scuola femminile.

Faccia riflettere il nome dato alla rivolta: "Boko Haram" che tradotto significa "l'educazione occidentale è vietata".