La Procura di Milano ha disposto il sequestro di conti correnti e beni per un valore di 49 milioni di euro al senatore del Nuovo Centro Destra Roberto Formigoni.

Per l'ex governatore della Lombardia, la vicenda del processo Maugeri-San Raffaele, nella quale è coinvolto, si complica oltremodo. Dopo il rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e appropriazione indebita, il sequestro ordinato dal giudice Paolo Guidi su richiesta della Procura, ha una funzione preventiva ai fini dell'eventuale recupero dei danni patrimoniali ipotizzati dall'accusa.

L'accusa

Secondo le indagini, la Fondazione Maugeri di Pavia e l'Istituto San Raffaele di Milano, sarebbero stati favoriti da delibere della regione lombarda per un equivalente di circa 200 milioni di euro. Da questa cifra, sarebbero stati distratti 61 milioni per la costituzione di fondi neri, mentre 8 milioni sarebbero serviti per corrompere Formigoni attraverso vendite di immobili a prezzo di favore, disponibilità di yacht, vacanze di lusso ed altri benefit.

I beni sequestrati

I sigilli apposti dalla Finanza hanno riguardato diversi immobili tra Lecco e Sanremo, oltre alla villa in Sardegna, già oggetto del processo poiché sarebbe stata venduta ad Alberto Perego, coinquilino di Formigoni, dal faccendiere Daccò con un maxi sconto.

Sequestrati anche tutti i conti correnti nella disponibilità di Formigoni, fatta eccezione, come previsto dalla legge, per quello dove viene versata l'indennità parlamentare.

Dal momento che già la Fondazione Maugeri, ammettendo i fatti, aveva patteggiato la pena con un versamento di 16 milioni, il sequestro preventivo dei beni del senatore Formigoni fa presagire un epilogo della vicenda giudiziaria poco felice per l'ex governatore.

Se il processo dovesse concludersi con una condanna, il sequestro odierno potrebbe rappresentare per il "Celeste" l'inizio della fine di una brillante carriera politica.