Ti aspetti che si parli della morte di Gesù e invece il discorso cade sui politici e sui manager che rubano il denaro e che guadagnano stipendi principeschi: è una vera e propria requisitoria, l'omelia del predicatore pontificio, padre Raniero Cantalamessa, in occasione della celebrazione della Passione in San Pietro.



Politici e Manager, Chiesa denuncia lo 'scandalo'

L'attacco nella predica è davvero di quelli che scuotono le mura della Chiesa: secondo Cantalamessa, il vero nemico di Dio non è Satana ma è il denaro, visto che Gesù disse che non si può essere schiavo di due padroni ovvero il Signore e il denaro. 



C'è un chiaro riferimento politico nelle parole di padre Cantalamessa che definisce 'scandaloso" il fatto che "alcuni percepiscano stipendi e pensioni cento volte superiori a quelli di chi lavora alle loro dipendenze" e che "alzino la voce appena si profila l'eventualità di dover rinunciare a qualcosa, in vista di una maggiore giustizia sociale". 

Appare evidente il riferimento all'ormai famosa politica di spending review di Matteo Renzi nei confronti dei manager della Pubblica Amministrazione: il taglio degli stipendi di questi 'numeri uno' ha destato molte polemiche, condite anche dal fatto che gli stessi manager hanno contestato in maniera vivace la politica del presidente del Consiglio, minacciando, persino, di andarsene all'Estero.



"L'attaccamento al denaro - ha proseguito padre Cantalamessa citando le Sacre Scritture - è la radice di tutti i mali', con la chiara allusione alla corruzione politica, il commercio delle armi, della droga e di tutte le altre attività illecite. 

Se dovessimo fare una considerazione, però, il denaro non può essere certamente considerato come un nemico della Chiesa Cattolica e le critiche, seppur pienamente condivisibili, meriterebbero, forse, più che una riflessione all'insegna del famoso detto: 'Da che pulpito viene la predica?"