Papa Bergoglio ha approvato la riforma dello IOR, l'Istituto per le Opere di Religione troppe volte finito al centro di inchieste per la scarsa trasparenza delle sue operazioni.

Con la proposta di riforma, elaborata dalla Pontificia Commissione Referente sullo IOR, si riafferma l'importanza della missione dell'Istituto per il bene della Chiesa Cattolica, della Santa Sede e dello Stato della Citta' del Vaticano.

In pratica, la banca Vaticana dovrà ritornare a occuparsi delle originarie funzioni di supporto finanziario alla Chiesa Cattolica e alle attività del Papa e delle persone e istituzioni che collaborano con lui nell'esercizio del suo ministero.

Viene inoltre confermato il processo di allineamento delle strutture legali e normative della Città del Vaticano alle regolamentazioni internazionali in merito di trasparenza bancaria.

Della necessità di riformare lo IOR se ne parlava da molto tempo, ma con l'elezione al pontificato di Papa Francesco, c'è stata un'accelerazione in tal senso, tanto da fare ipotizzare addirittura lo scioglimento dell'istituto bancario del Vaticano.

A questo scopo era stata nominata un'apposita Commissione Referente, composta da quattro sacerdoti ed un membro laico, la giurista americana Mary Ann Glendon, già presidente dell'Accademia pontificia delle Scienze e prima laica ad aver guidato una delegazione diplomatica della Santa Sede alla conferenza Onu di Pechino sulle donne del 1995.

Si vedrà se la nuova struttura, di cui dovrà dotarsi lo IOR per adeguarsi alle norme internazionali sulla trasparenza, sarà sufficiente ad eliminare i conti correnti sospetti. Certo è che, in questi mesi di lavoro della commissione, più volte papa Bergoglio aveva lanciato messaggi alla Commissione del tipo "San Pietro non aveva bisogno di una banca", alimentando l'attesa per riforme ben più radicali.