Aumenta di ora in ora il bilancio delle vittime del naufragio del traghetto "Sewol" a circa 20Km dall'isola di Byungpoon, in Corea del Sud, avvenuto nella mattinata di mercoledì 16 aprile (quando in Italia era notte fonda). Secondo le ultime fonti, i morti accertati sarebbero nove, ma si fa preoccupante anche il numero dei dispersi, ben 287. Al momento della tragedia, sulla nave c'erano 475 passeggeri, di questi, 179 sono stati salvati.

Le autorità impegnate nelle operazioni di salvataggio temono che tutti coloro che sono rimasti intrappolati nel relitto, difficilmente possano essersi salvati, dunque il numero delle vittime pare destinato a salire. Sul luogo del naufragio sono giunti 178 sommozzatori coreani e anche alcuni mezzi della VII flotta statunitense. Le operazioni di soccorso, però, sono ostacolate dalle forti correnti marine e dalla scarsa visibilità del fondale. Si continua a indagare sulle cause dell'incidente.

Al momento, l'ipotesi più accreditata è quella di un improvviso spostamento dei numerosi veicoli presenti sulla nave, che avrebbe causato uno sbilanciamento del carico e quindi dell'equilibrio del traghetto. Questa tesi, però, contrasta con le testimonianze dei sopravvissuti, i quali hanno dichiarato di aver sentito un forte boato prima che la nave cominciasse ad affondare, come se avesse urtato sul fondo o su uno scoglio. Ci sono alcune perplessità anche intorno al comportamento dell'equipaggio. Pare, infatti, che il personale dell'imbarcazione, al momento dell'incidente, abbia raccomandato i passeggeri di restare nelle proprie cabine. Siccome la nave è affondata in meno di due ore, molte persone potrebbero essere morte proprio perché intrappolate nelle cabine mentre l'acqua invadeva il traghetto "Sewol".