La Costa Concordia presto lascerà l'isola del Giglio, dove giace malridotta da ormai oltre due anni. L'operazione di smantellamento è contesa da diversi porti italiani, ma non mancano anche offerte da stranieri. E a quanto pare sarà proprio uno di questi ad aggiudicarsi l'ambita e gigantesca carcassa della nave, come ha lasciato intendere il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera. Motivo? La convenienza e la pluridecennale esperienza con navi italiane. L'ufficialità arriverà comunque nei primi di maggio.

The winner is: Turkey, molto probabilmente, in quanto ha presentato l'offerta più conveniente di 40 milioni di dollari e perché nel paese mediorientale da 25 anni l'Italia già manda le sue navi militari per essere smantellate. Dunque, è proprio il caso di dirlo, sarebbe un "porto sicuro". Gabrielli ha anche specificato che le spese sono a carico della Costa, che è una compagnia privata che fino ad ora ha speso oltre un miliardo di euro.

Perché si escludono i porti italiani? Spiega Gabrielli: "Civitavecchia è una soluzione assolutamente fuori mercato perché il costo complessivo sarebbe di 200 milioni di dollari, il doppio di Piombino e Genova; nel mezzo quindi ci sono queste due ultime soluzioni, tra le quali non c'è molta differenza in termini di costi".

Per Genova però c'è un altro problema: "La nave andrebbe prima a Voltri per un primo smantellamento e poi a Genova per il definitivo".

I porti italiani già esclusi sono Piombino, perché non ha il bacino, e quello di Palermo, che si è chiamato fuori. Napoli pure non ha più presentato soluzioni concrete, anche perché è ancora alle prese con la vergognosa situazione di stallo relativa alla nomina del Presidente.

Oltre alla Turchia, altri due Paesi si sono fatti avanti: Gran Bretagna e Norvegia. L'offerta di quest'ultimo è anche più vantaggiosa di quella turca, ma il problema è la distanza. Mentre la Gran Bretagna si esclude anche per motivi economici.

Insomma, probabilmente la Concordia approderà in Turchia. Un'occasione persa per l'Italia che quanto meno poteva riscattarsi in questo modo nella vicenda.