Giungono voci sempre più preoccupate dall'Africa occidentale, in particolare la Guinea, colpita da una terribile epidemia di ebola.

La conferma della serietà di quanto accade è la notizia che per fronteggiarla e controllare la situazione, gli Usa hanno inviato sul posto un team di esperti, che affiancheranno i medici locali ed i medici senza frontiere già presenti sul posto.

La terribile febbre emorragica, di cui solo il nome fa accapponare la pelle, ha già provocato 95 morti su 151 contagi accertati.

La zona più colpita è quella a sud, ma sono stati registrati alcuni casi anche nella capitale Conakry, nel quale ospedale si sono verificate però anche alcuni casi di guarigione spontanea.

Come è risaputo contro questo tipo di malattia non c'è né cura né vaccino. Ha un tasso di mortalità pari al 90% e solo la fortuna determina la sopravvivenza di alcuni dei pazienti colpiti dal virus, una sorta di selezione naturale e sopravvivenza della specie.

Alcuni medici senza frontiere sono stati aggrediti qualche giorno fa nella città di Macenta, perché accusati di trasmettere il virus e per questo allontanati. Alcuni di loro si sono ripromessi di tornare al più presto per portare sollievo alla popolazione.

La paura serpeggia ovunque nel paese, ma in Occidente si da poco risalto alla notizia per non creare allarmismi.

Intanto, però, si corre ai ripari e le autorità hanno ordinato controlli più severi agli aeroporti da esercitare su chiunque giungesse da quelle zone.

Purtroppo con i flussi incontrollati d'immigrazione non è così facile controllare i confini. Sicuramente quelli ufficiali sì, come gli aeroporti o porti navali, ma se si decidesse di usare vie illegali il rischio sarebbe reale, come nella migliore tradizione catastrofista vista al cinema.

Per ora sembra tutto sotto controllo e circoscritto a questo spicchio d'Africa chiuso tra il Senegali, Mali e Costa d'Avorio. Si spera che ciò possa rimanere tale anche in futuro e la malattia si esaurisca naturalmente così come è sorta.