Il buio e le tenebre della morte stavano per calare su Balal, giovane condannato all'impiccagione in Iran per aver ucciso a pugnalate sette anni fa un ragazzo di 18 anni, Abdollah Hosseinzadeh, nel corso di una lite scoppiata nelle strade di Royan. La sorte, però, ha voluto che la madre della vittima gli salvasse la vita, prendendolo a schiaffi in piazza, mentre era già bendato e con la corda al collo, a un passo dalla morte.

La Qisas, in Iran, è un concetto giuridico che, tradotto in italiano, vuol dire "rappresaglia" ed è una sorta di "occhio per occhio". Infatti, il principio di fondo è che, in caso di omicidio, i parenti della vittima debbano essere gli esecutori della pena capitale. Questo stava accadendo anche nel caso di Balal, l'omicida di Abdollah: i familiari del ragazzo ucciso, avrebbero dovuto spingere via la sedia che avrebbe condannato il giovane a morte per impiccagione. L'intervento della madre della vittima, che ha preso a schiaffi il condannato a morte, ha però bloccato l'esecuzione capitale. L'evento rappresenta un precedente importante, perché avvenuto in Iran, Paese che, dopo la Cina, ha il maggior numero di condanne a morte nel mondo.

Dopo aver "salvato" il killer del figlio dalla morte, la madre di Abdollah ha abbracciato la mamma di Balal ed entrambe si sono sciolte in un commovente ed emozionante pianto liberatorio: una nel ricordo del figlio ucciso, l'altra nella gioia e riconoscenza per il figlio risparmiato dall'esecuzione capitale.

La famiglia di Abdollah aveva già perso un altro ragazzo ad appena 11 anni per un incidente in moto. Il padre ha spiegato così la motivazione che gli ha fatto decidere di salvare Balal dalla condanna a morte: "Ho deciso di salvarlo perché un sogno mi ha cambiato. Abdollah mi diceva che si trovava in un bel posto e non c'era più bisogno di vendicarsi". L'omicida, Balal, salvatosi dall'impiccagione, sconterà la pena in prigione.