Dopo i danni e le vittime causate dall'alluvione del 18 novembre 2013, in cui la città di Olbia è stata messa letteralmente in ginocchio, ora arrivano anche i conti, e sono ben salati: 650.000 euro per l'intervento dei militari della "Brigata Sassari" e gli specialisti del 5° Reggimento Genio Guastatori di Macomer.

La richiesta dei soccorsi. Era stato il Sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, nella giornata dell'alluvione, a richiedere l'intervento degli escavatori, gru e altri mezzi di soccorso per mettere in sicurezza uno dei ponti sul Rio San Giovanni.

All'atto della richiesta, il Primo Cittadino si era visto presentare dagli uffici amministrativi del Ministero della Difesa un preventivo di 85 mila euro.

Stando al conto complessivo presentato alla città di Olbia, l'intervento dei militari è costato allo Stato italiano 650.000 euro, somma che la Protezione civile della Sardegna deve stornare dai fondi stanziati per l'emergenza alluvione, comprendendo gli interventi di soccorso e di ricostruzione, come stabilito dalle normative varate dal Ministero della difesa. Le linee guida varate nel 2011 in materia di interventi delle Forze Armate in caso di calamità naturali disciplinano e regolano l'applicazione di oneri finanziari e competenze da definire in base alla tipologia dell'evento e degli interventi.





In base alle nuove normative, inoltre, le prestazioni di servizi e cessione di materiale di soccorso (anche da parte di Amministrazioni dello Stato) richiedono il pagamento anticipato presso la Tesoreria dello Stato competente sul territorio in cui si svolgerà l'intervento. È anche possibile richiedere una deroga del versamento anticipato nei casi di interventi di urgenza, ai fini di incolumità pubblica o di interesse generale, per i quali si procede al rimborso a rendiconto.

Lo sdegno e la nota del Ministero della Difesa. In seguito allo sdegno suscitato dalla presentazione di un conto di oltre mezzo milione di euro a una città come Olbia, in cui l'alluvione ha provocato non solo danni per un totale di 3 milioni di euro ma anche sette vittime, (si pensi che le operazioni di ricognizione sono terminate solo lo scorso 25 febbraio) il Ministero della difesa, con una nota, ha precisato che le Forze Armate non avanzano richieste onerose alle amministrazioni locali per intervenire e che i costi sono da imputare ai differenti rapporti tra amministrazioni ministeriali.

Nonostante la nota abbia l'intento di giustificare la richiesta di un onere così gravoso richiesto in situazioni di grave emergenza, il contenuto non fa che lavarsi le mani su una vicenda che ha al dir poco di inquietante: i sardi non sono un popolo di poveracci che hanno atteso i soccorsi dello Stato, come si è mostrato alla Tv con le immagini di persone trascinate dalla corrente o con coperte sulle spalle, ma ogni singolo cittadino ha dato il proprio contributo nel primo soccorso e nell'accoglienza di chi non poteva rientrare nelle proprie abitazioni. E ancora si manifesta per ottenere il ripristino dei collegamenti della viabilità principale: è del 3 febbraio 2014 l'ultima manifestazione alla quale hanno partecipato il Sindaco di Olbia, i rappresentati dei Comuni di Padru, Loiri Porto S.Paolo, Alà e Buddusò e un numero elevato di cittadini.

Ogni cittadino italiano paga l'Esercito professionale dello Stato per lo svolgimento delle missioni di pace, dunque, questi non sono già retribuiti dallo Stato e dai suoi contribuenti? O, forse, i Sardi non ne fanno parte?