La drammatica situazione che stanno vivendo i penitenziari italiani è un argomento toccante, oggetto di attenzione da parte delle maggiori istituzioni europee. Da tempo anche la Corte Costituzionale e il Capo dello Stato chiedono un intervento che possa mettere fine al sovraffollamento nelle carceri e l'iniquità delle condizioni di vita per i carcerari italiani. Lo stesso Enrico Letta, Capo di Stato italiano, una settimana fa invitò, tramite un messaggio inviato alle Camere, ad una riflessione su amnistia e indulto con l'obiettivo di spingere il prima possibile verso una risoluzione del grave problema che affligge le carceri.

Il governo guidato da Enrico Letta ha finalmente varato un Decreto Carceri sostenuto e firmato dal ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri.

Questo decreto rappresenta parte della tanto attesa risoluzione dalle istituzioni europee e italiane e contiene disposizioni riguardo la liberazione anticipata per sconto di buona condotta (misura temporanea), arresti domiciliari per gli ultimi 18 mesi di pena e disposizioni che aumentano l'affidamento in prova ai servizi sociali. Viene introdotto, inoltre, un nuovo tipo di reato, ovvero lo spaccio di droghe leggere.

Il decreto, inoltre, incentiva l'uso del braccialetto elettronico per gli individui confinati alla detenzione domiciliare, fermo restando il fatto che l'arrestato debba dare il suo consenso. 

Viene, poi, istituito il Garante nazionale dei detenuti, un organo indipendente che dovrà tutelare, al di fuori dell'ambito giudiziario, i diritti dei carcerati.

Ma come avviene per ogni provvedimento, questo Decreto Carceri ha suscitato diverse polemiche e preoccupazioni da parte dei cittadini, i quali temono che possa esser lesa la loro pubblica sicurezza per il maggior numero di delinquenti liberi. Ma Letta e il ministro Cancellieri assicurano che non vi sarà alcun pericolo per i cittadini.

Oggi i detenuti nelle carceri italiane raggiungono un numero di 63,657, un numero altissimo rispetto al numero di posti previsti. Questo decreto, di fatti, prevede l'uscita dai carceri di circa 1700 detenuti nell'arco di 2 anni e questo sarà fatto per migliorare le condizioni di vita e per eliminare il problema di sovraffollamento nei penitenziari.