E' trascorso anche il terzo giorno di protesta a Genova, con lo sciopero selvaggio che sta paralizzando totalmente il trasporto pubblico cittadino. Mentre fervono a palazzo Tursi, sede del comune, gli incontri tra le parti in causa per trovare una soluzione alla situazione, è di oggi la notizia che la protesta si sta allargando ai taxi cittadini, all'Amiu, la municipalizzata che si occupa della gestione dei rifiuti, e all'Aster, la società che si occupa di diversi servizi territoriali, tra cui la gestione delle strade comunali e delle aree verdi.

Il nodo del contendere è la sorte dell'AMT, l'Azienda Municipalizzata Trasporti del capoluogo ligure che, con il capo posto sotto la spada di Damocle del pesantissimo indebitamento, sembrava avviarsi verso un percorso di privatizzazione. Percorso che, seppur appena ipotizzato e con ogni probabilità lungo e irto di ostacoli, ha trovato l'immediata e ferma opposizione dei lavoratori che, nonostante alcune aperture e rassicurazioni ricevute dal sindaco e dalla giunta, proseguono la loro protesta. Al sindaco Doria vengono contestati un apparente disimpegno e la mancata attuazione di alcuni precedenti accordi che sarebbero stati disattesi.

Mentre aumentano i 'like' tributati alla pagina ufficiale della protesta giunti quasi a 10.000 clic, la città si spacca tra chi sostiene la protesta (sperando magari nell'avvio di un inverno caldo che estenda la protesta anticrisi a livello nazionale), chi la considera giusta ma sbagliata nei metodi e chi la osteggia completamente.

Di sicuro in questo momento c'è che per tre giorni i genovesi hanno potuto contare solo sui treni e sulle proprie gambe: un toccasana per la salute che, tuttavia, non pare abbia entusiasmato tutti i cittadini.