Un circolare dell'Agenzia delle Entrate informa che installare un impianto fotovoltaico fa aumentare la rendita catastale dell'immobile e dunque porta il contribuente a pagare più tasse, cioè Imu e Tasi più care (quindi una Iuc più elevata, visto che l'Imposta Unica è Imu + Tasi + Tari). Uno scandalo tutto italiano che ben fa capire quanto le energie rinnovabili siano poco considerate nel Belpaese.

Si tratta di una "bella" novità che deriva dal tragico 2013 del governo Letta, che per abolire l'Imu sulla prima casa (ora nella Iuc è solo per gli altri immobili) ha creato questi nuovi mostri fiscali che faranno sborsare più soldi a quasi tutti i contribuenti.

Chi ha investito nel fotovoltaico spendendo anche tanti soldi per l'installazione di un impianto che in teoria dovrebbe fargli risparmiare nel lungo periodo col recupero della spesa sostenuta tramite la riduzione della bolletta energetica, rischia ora di dover pagare di più per la Tasi, basata appunto sulla rendita catastale. Bel regalo a chi si è impegnato anche a ridurre l'inquinamento dovuto al riscaldamento e alla fornitura di energia per la propria casa.

Certo, ci sono degli incentivi fiscali per il fotovoltaico, ma come ogni volta che informiamo su tali tematiche ricordiamo che l'installazione di un impianto fotovoltaico non rientra, per il legislatore, negli interventi di riqualificazione energetica con detrazioni al 65%, bensì nei lavori di ristrutturazione edilizia con detrazioni al 50% della spesa sostenuta!

Per tutte le info in merito:

La circolare n° 36 dell'Agenzia delle Entrate specifica che l'aumento della Tasi sarà per chi ha installato un impianto fotovoltaico con potenza oltre i 3 kilowatt con valore oltre il 15% della rendita catastale.

Solo nel Veneto, per dirne una, ci sono 74mila impianti installati di cui 53mila porteranno all'aumento della tassazione.

Che si fa, torniamo al carbone come alcuni lungimiranti politici e manager italiani vorrebbero?