C'è una realtà crescente in Italia costituita dalle famiglie "mono-genitoriali" (84% costituito da donne) e "monoparentali", trascurate e poco visibili. Per scelta, vocazione, ineluttabilità, separazione, divorzio, perdita del proprio coniuge, rifiuto del partner a essere coinvolto in un progetto genitoriale, l'assenza prolungata o il diverso domicilio di uno dei genitori, ci sono genitori single che chiedono più tempo per se stessi, maggiori riconoscimenti sociali, combattono il senso di solitudine e attendono più sostegno economico dalle istituzioni.

La realtà delle mini-famiglie è stata scansionata dall'Associazione SmallFamilies che ha di recente lanciato un sondaggio online con un questionario al quale hanno risposto diverse centinaia di persone in Italia (90% donne e 10% uomini).

Il progetto Smallfamilies, nato nel 2012, vuole "orientare, informare, offrire servizi e strumenti per disegnare futuri nuovi, dare ascolto e voce alle diverse realtà d'isolamento e fragilità, creando una rete tra gli elementi delle comunità che si riconoscono nella definizione smallfamilies". Il nome del progetto racchiude l'identikit delle famiglie "singolari" caratterizzate da una "taglia" piccola nel nucleo ma già grande come fenomeno sociale. Il progetto Samallfamilies offre iniziative e proposte attraverso sito, social network, media, vari esperti, collaborazioni con Centri di ricerca e Istituzioni.

Cinque sono i profili tipo (diverse tipologie di small families e loro esigenze) che ne sono scaturiti distinti in:

  • giovane, laureata, residente al Nord e separata da almeno cinque anni, che sogna una "comune" in chiave contemporanea per sconfiggere la solitudine;
  • madre single fuori dal matrimonio, costretta alla convivenza forzata con mamma e papà, che auspica maggiore autonomia;
  • diplomata, a caccia di facilitazioni economiche;
  • lavoratrice precaria e mamma single di lunga data;
  • affamato di relazioni sociali e tempo libero, alle prese con problemi un tempo prerogativa delle sue omologhe: lavoro, spesa, bucato, figli.

La "piattaforma-osservatorio" sul web della nuova realtà sociale è smallfamilies.it, con l'obiettivo di agire assieme alle istituzioni interloquendo con le varie realtà territoriali.

In futuro gli organizzatori del sito web hanno in programma di attivare uno sportello reale attraverso il quale fornire informazioni, consulenze, consigli su possibili aiuti economici, supporto psicologico e attività sociali per i monogenitori. In Italia il fenomeno delle "small families" è un'anomalia poco percepita come fenomeno da trattare con robuste iniziative associative per lenire il senso d'inadeguata condizione dei genitori single.

Come esempi concreti ci sono le community come Oneparent.it e genitorisingolari.com in cui le small families possono trovare comprensione, ascolto e confronto con simili che vivono la stessa condizione. Da una ricerca condotta nel 2010 all'interno del programma EU Lifelong Learning Program Leonardo da Vinci Transfer of Innovation, le famiglie monogenitoriali sono 1 su 4 in Italia e Regno Unito; 1 su 6 in Polonia; quasi 1 su 5 in Germania; 1 su 5 in Francia. Nel fenomeno smallfamilies delle famiglie italiane ci sono percentuali con nuclei aventi un solo genitore che vive con almeno un figlio, o da genitori soli con pargoli ma conviventi anche con altri parenti (per esempio i nonni).