Come abbiamo già sottolineato nel corso di precedenti contributi, il regime normativo della cedolare secca 2014 ha subito importanti variazioni in concomitanza con la formazione del governo Renzi; a fianco all’abbassamento delle aliquote per alcune tipologie di contratti, che tratteremo tra poco, risultano altrettanto significativi i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate, e in considerazione di ciò abbiamo deciso di proporvene un sintetico estratto.



Ricordiamo che ogni nuova statuizione in tema di cedolare secca e contratto di locazione affitti 2014 è stata messa a punto dalla stesso governo Renzi e resa parte integrante del nuovo Piano Casa.



Cedolare secca e affitti 2014: contratto di locazione a canone concordato



Per quel che concerne gli affitti 2014, la cedolare secca riferita ai contratti di locazione a canone concordato ha conosciuto un sensibile decremento delle aliquote passando dal 15 al 10%, il tutto dopo che nel 2013 si era già assistito ad un primo ‘smussamento’ con il transito delle aliquote di riferimento dal 19 al 15%. Come già accennato, il decremento di aliquote ha fatto parte del Piano Casa stilato dal governo Renzi.

Cedolare secca, contratto di locazione affitti 2014: chiarimenti Agenzia delle Entrate



Come riportato anche da Il Sole 24 Ore, l’utilizzo della cedolare secca per l’assoggettamento ad imposizione dei contratti di locazione affitti nel 2014 sta conoscendo un vero e proprio boom; i dati ufficiali attualmente disponibili riguardano il 2012 e stando al prospetto si evince come siano quasi 800.000 i proprietari di casa che hanno optato per il regime di cedolare secca. Se a ciò si aggiunge che il numero di persone fisiche in possesso di un’ abitazione affittata si aggira intorno ai 2 milioni, ben si comprende l’enorme successo avuto dalla stessa cedolare secca - quello riferito agli affitti 2014 è dunque solo la conseguenza di un trend avviatosi nel passato - spesso preferita al regime impositivo ordinario IRPEF. Ma qual è con esattezza la differenza tra i due modelli di imposizione?



Scorrendo le differenti normative, si capisce immediatamente per quale motivo la cedolare secca venga preferita nei contratti di locazione per gli affitti nel 2014: all’abbassamento delle aliquote pocanzi richiamato va infatti affiancata la variazione introdotta in tema di tassazione IRPEF, con lo sconto a forfait riferito a quest’ultima passato dal 15 al 5%.



Per chi non abbia chiaro il concetto di cedolare secca proponiamo la definizione fornita dalla stessa Agenzia delle Entrate, stando alla quale ‘costituisce un regime facoltativo, che si sostanzia nel pagamento di un’imposta (del 21% o del 15%, a seconda del tipo di contratto) sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile)’.



A completare il quadro il fatto che per i contratti sotto cedolare secca non vanno pagate l’imposta di registro e l’imposta di bollo, ‘ordinariamente dovute per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione - prosegue la stessa informativa presente sul portale dell’Agenzia delle Entrate - La scelta per la cedolare secca implica la rinuncia alla facoltà di chiedere, per tutta la durata dell’opzione, l’aggiornamento del canone di locazione, anche se è previsto nel contratto, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dell’anno precedente’.



Sempre in tema di affitti 2014 rammentiamo due ulteriori nuove statuizioni: la prima riguarda il versamento della cedolare secca, che per effetto del provvedimento varato il 3 febbraio 2014 può adesso essere effettuato adottando il modello RLI, la seconda concerne il metodo di pagamento degli affitti, in riferimento al quale è stata reintrodotta la possibilità di usare i contanti ma solo per importi inferiori ai 1.000 euro.