Comprare la propria prima casa è sempre più difficile. Tra la crisi che morde le caviglie e le sempre mutevoli norme che regolano la nostra vita occorre essere attenti nel valutare una così importante decisione. Fondamentale quindi avere idea di quanto si dovrà spendere per essere in grado di riuscire a capire quale è il budget da poter stanziare.

Il prezzo di un immobile è, ovviamente, il pezzo forte da tenere in considerazione ma ad esso vanno sommate tante spese immediate e tante eventuali da tenere in considerazione. Quindi non è detto che un prezzo di acquisto relativamente basso possa rivelarsi più conveniente se condizionato da una serie di cause che potrebbero portare ad esborsi successivi di ingente entità.

Oltre a valutare le condizioni dell'immobile (e quindi dei potenziali o necessari interventi di ristrutturazione che possono portare costi e disagi elevati) occorre esaminare le condizioni generali dell'edificio (in caso di appartamento in condominio) come ad esempio tetto, facciate, scale in quanto brutte sorprese potrebbero essere dietro all'angolo (e diversamente dalle ristrutturazioni della propria unità non prorogabili in caso di maggioranze a favore dei lavori) e ottenere copia dei consuntivi delle spese condominiali (possibilmente di più anni) per avere una precisa idea di quali saranno i costi abituali che si dovranno sostenere annualmente.

Dopo queste valutazioni occorre tenere presente quelle che possono essere le spese da sostenere per l'agenzia immobiliare, il notaio ed eventuali spese per il mutuo.

Facciamo ora un esempio di ipotetico acquisto di un appartamento dal valore catastale di 1.000,00 euro acquistato al prezzo di 200.000,00 euro grazie alla richiesta di un mutuo pari a 140.000,00 euro (ossia il massimo che di questi tempi è concesso dalle banche, ossia l'80%)

Mediamente (conviene effettuare valutazioni con previsioni volte alla situazione meno favorevole) le agenzie immobiliari chiedono una provvigione che varia dal 2 al 3% del prezzo di acquisto dell'immobile, quindi nel nostro caso si potrebbe spendere (in tempi di crisi non è escluso riuscire ad ottenere sconti anche importanti) un importo che varia dai 4.000,00 ai 6.000,00 euro.

Altra nota dolente potrebbe essere l'incontro-scontro con il notaio, specie se bisogna stipulare anche l'atto di mutuo (ammesso che si trovi una banca disposta a concederlo) che mediamente nel caso prospettato potrebbe chiedere tra onorari e rimborsi spese circa 5.500,00 euro. A questi importi occorre sommare l'imposta di registro pari al 2% del valore catastale (dato dalla rendita moltiplicata per 115,5) con esborso di 2.310,00 euro, le imposte catastale e ipotecaria per complessivi 100,00 euro e l'imposta sostitutiva sul mutuo pari 350,00 euro (dovuto lo 0,25% di quanto richiesto alla banca).

A tali somme occorre sommare spese di istruttoria, perizia, incasso se richieste dalla banca, la polizza di incendio e scoppio (obbligatoria ma di modesta entità) ed eventuale polizza vita (non obbligatoria a termini di legge ma richiesta da molte banche per ottenere il mutuo, di importi assai gravosi).

A tali spese iniziali e alla ricorrente rata del mutuo, oltre alla già citata rata delle spese ordinarie condominiali, occorre ricordarsi di altri denari che dovranno essere stanziati ogni anno.

Infatti i Comuni battono cassa con Tari e Tasi, imposte nuove ma "figlie" di altre che hanno l'unica differenza di essere più gravose. Per la prima, considerando che la superficie dell'immobile sia di circa 100 metri quadri bisognerà valutare tassazione pari a non meno di 300,00 euro mentre la Tasi potrebbe incidere dai dai 150,00 ai 500,00 euro.

Un'impresa degna del miglior acrobata nella speranza che la lunga lista di esborsi non aumenti con il tempo.