L'elefante è il simbolo del suo paese. Ma lui corre come una gazzella. Veloce, velocissimo. O no?

Gervais Yao Kouassi detto Gervinho è l'uomo che manda nel panico le difese della Serie A. Sembra andare  destra e va a sinistra, sembra andare a sinistra e va a destra, se prende 10 centimetri di vantaggio lo rivedrai in porta. E' sicuramente un giocatore decisivo. Ma in  Serie A. Nei suoi due anni precedenti all'Arsenal, in Premier League, era un giocatore quasi imbarazzante: errori clamorosi, impacciato, solo 9 gol in due stagioni e tanta tanta panchina, tanto che i tifosi dell'Arsenal hanno apertamente ringraziato la Roma per avergli tolto quello "spettacolo" da sotto i loro ormai disperati occhi.

Com'è possibile questa trasformazione?

E' arrivato il momento di dirlo: il nostro caro vecchio calcio italiano è di una mediocrità imbarazzante. Domina la lentezza, il tatticismo. Bloccare le fasce, ripartenze, sfruttare i calci piazzati e difendere difendere difendere. Quindi per il nostro calcio attuale Gervinho è un alieno. Va oltre le tattiche, i raddoppi, le logiche delle difese. E' uno dei pochissimi esterni d'attacco della Serie A. Quello che una volta era detto ala. Oggi nel nostro campionato si contano sulle dita di una mano: Gervinho, Biabiany, Cerci, forse Mertens. In Premier League ce ne sono almeno due per squadra.

Ho visto qualche partita (dal vivo) del calcio d'Oltremanica e sembra un altro sport rispetto a quello disputato sui nostri (malridotti) campi.

Ritmo forsennato per novanta minuti, giocate di alto livello, pochissime interruzioni e spettacolo garantito. D'altronde non credo possa essere un caso che le nostre squadre vendono le loro stelle alle squadre inglesi e queste non rendono mai. Osvaldo, Lamela, Jovetic, per citare solo gli ultimi, hanno visto più le tribune degli stadi che i campi da gioco.

Invece noi compriamo i loro scarti e decidono il nostro campionato. I tre sopraccitati l'hanno scorso sono stati giocatori decisivi nelle loro squadre e quest'anno i fattori decisivi sono Gervinho, Tevez, Balotelli. Protagonisti in Italia, fantasmi nelle coppe europee.

Se il calcio è lo specchio del Paese, la lentezza del nostro Governo, della nostra burocrazia  rispecchia perfettamente il nostro sport preferito.Ci vorrebbe uno Gervinho anche in Parlamento, negli uffici pubblici, alle Poste. We need Gervinho.