Sono oltre 4 milioni le auto in Italia che risultano essere sprovviste di assicurazione. Al netto di quelle che sono state vendute o rottamate, ma di cui gli archivi informatici non hanno ancora traccia e di quelle che effettivamente non vengono utilizzate dagli intestatari, sembra che il dato certo sia "limitato" a 3 milioni.

Un numero aberrante, come al solito da record europeo in senso negativo, che in attesa dei controlli digitali, per i quali è stata creata una piattaforma apposita che fornirà in tempo reale alle forze dell'ordine i dati di coloro che risultano essere senza assicurazione e che saranno monitorati anche attraverso i vari tutor, aree riservate e pattuglie di servizio, espone anche coloro che sono regolarmente assicurati a pericoli concreti.

L'eventuale incidente con una macchina non coperta, implica infatti un risarcimento non gestito con la consueta procedura, ma tramite il fondo vittime della strada, che agisce con tempistiche logicamente più lunghe rispetto a quelle ordinarie.

Colui che dovesse essere trovato alla guida senza assicurazione rischia in base all'articolo 193 del Codice della Strada, una sanzione amministrativa che varia da 841€ fino a 3287€, nonché il ritiro immediato dell'auto.

Si tratta di un fenomeno a cui spesso è abbinata una truffa, come è quella che vede protagonista Dionigi Crugliano. L'uomo di origine calabresi, ma residente a Milano è infatti proprietario fino ad oggi di ben 1191 vetture. Ovviamente è un intestatario fittizio, utilizzato da persone vicine alla malavita per avere un prestanome per autovetture utilizzate per rapine, furti e pestaggi.

Secondo gli inquirenti queste macchine sono vere e proprie "mine vaganti" che circolano sulle nostre strade. Spesso gli utilizzatori sono persone senza patente o a cui è stata tolta dopo irregolarità compiute nel passato; il decreto amministrativo è infatti a nome del proprietario e colui che si trova alla guida riesce spesso ad evitare il pericolo dell'arresto o di notifiche immediate.

Dionigi Crugliano risulta anche il proprietario dell'Alfa Romeo con cui l'albanese Toma Taulant, evaso dal carcere di Parma, ha cercato di seminare sull'autostrada A4 i carabinieri che lo inseguivano, nonché della Hyundai utilizzata per uno scippo a Firenze o delle macchine con cui si muovevano gli autori delle truffe nelle provincie di Varese, Cremona e Mantova.

Anche la macchina abbandonata dopo un incidente all'imbocco dell'autostrada A7, è risultata di proprietà dell'uomo, così come quella che ha investito un pedone a Bari.

Il suo ricchissimo parco auto si è ulteriormente allargato con acquisti anche all'estero tra Belgio, Romania, Spagna, Francia e Germania e anche le forze dell'ordine di queste nazioni hanno chiesto informazioni su di lui.

L'uomo sostiene di essere stato avvicinato da un gruppo di zingari e di avere acconsentito all'utilizzo dei propri dati, in cambio di una cifra tra gli 80 e i 150€ a pratica; neanche lui sembra essere a conoscenza di quale sia il reale numero delle macchine, che aumenta esponenzialmente insieme ai reati che si accompagnano a questi finti acquisti.

Ogni giorno si reca nel commissariato di zona più vicino e riceve puntualmente le notifiche di sequestro, che in base all'articolo 321 del codice di Procedura Penale, prevede la confisca dei veicoli intestati in maniera fittizia.

Da agosto quando il caso era esploso, è passato da 300 ad oltre 1.000 veicoli di cui è proprietario. Evidentemente esiste anche la complicità di qualche agenzia di pratiche auto che coprono i reali utilizzatori, che nel frattempo continuano a circolare con queste macchine per i loro loschi affari.