Dopo che i rappresentanti del governo nazionale, nelle persone dell’uscente Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e del dimissionario Presidente del Consiglio Mario Monti,  avevano nella giornata del 7 gennaio rilasciato delle precise dichiarazioni in base alle quali si evinceva la volontà di non prendere in considerazione alcuna le ragioni ambientaliste e pacifiste del Comitato No MUOS, ribadendo che il sito di Niscemi e la struttura militare che in esso deve sorgere costituirebbero un tassello fondamentale nel quadro della difesa nazionale, il Parlamento siciliano ha smentito questa presa di posizione votando all’unanimità nella giornata dell’8 gennaio una mozione presentata dal deputato regionale PD Ferrandelli che impegna il nuovo governo regionale retto da Rosario Crocetta a revocare i permessi di costruzione.

Ricordiamo che il MUOS (Mobile User Objective System) è un sistema di comunicazione satellitare ad alta frequenza e a banda stretta composto da 5 satelliti geostazionari e 4 stazioni di terra, ciascuna delle quali dotata di dotate di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri. Una di queste stazioni è appunto attualmente in fase di realizzazione in Sicilia nei pressi di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Il programma MUOS è gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ed è finalizzato al coordinamento capillare di tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare per il controllo dei droni da combattimento, aerei senza pilota che dovrebbero essere allocati presso l’aeroporto militare di Sigonella e controllati a distanza nelle loro operazioni attraverso il sofisticato sistema di comunicazione.

Già il 6 ottobre dello scorso anno la Procura di Caltagirone aveva disposto il sequestro della stazione MUOS in quanto era stato riscontrata la violazione delle prescrizioni fissate dal decreto istitutivo dell'area protetta della Sughereta di Niscemi. Il sequestro era stato in seguito annullato il 28 ottobre dal Tribunale della Libertà di Catania e i lavori per la realizzazione della stazione erano ripresi.

Allo stato attuale il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta attende la motivazione del Tribunale di Catania, onde valutare la possibilità di proporre ricorso in Cassazione.

Il futuro governo nazionale cercherà a questo punto di influire sulle scelte fatte dal parlamento siciliano, contrapponendo alle ragioni del territorio di pertinenza siciliana, le ragioni militari che rientrano nella competenza esclusiva dello Stato? Oppure accetterà di fare marcia indietro, con tutte le implicazioni che ciò comporterebbe nei rapporti politico-economici con gli Stati Uniti? Staremo a vedere.